di Alberto Alesina e Andrea Ichino
Si può affermare che gli italiani, grazie a quanto le loro famiglie producono in casa, siano più ricchi di quel che normalmente si pensi? Alberto Alesina e Andrea Ichino sono convinti di sì e lo dimostrano: gli uomini e, soprattutto, le donne svolgono nelle nostre case, più lavoro di quello fatto tra le mura domestiche di altri Paesi: un lavoro che vale molto. L’Italia ufficiale, non sempre ai primi posti nelle classifiche mondiali sulla qualità della vita e lo sviluppo economico, nasconde quindi un primato di cui spesso ci si dimentica. E il risultato è che, a conti fatti, quanto ci dice il Prodotto interno lordo sul reale stato delle cose nel nostro portafoglio rispetto agli altri paesi sviluppati è da rivedere.
Ma cosa richiede la produzione di questa ricchezza tutta italiana? Siamo sicuri che sia davvero tutto oro quello che luccica? Tassello dopo tassello, in un’analisi obiettiva e spassionata che finisce per diventare un viaggio coinvolgente e straordinariamente attuale nelle mille realtà dell’«Italia fatta in casa» (Passa più tempo con i figli il laureato o il diplomato? Cucinano di più i nonni o i nipoti? Il giardino lo cura di più chi guadagna molto o chi guadagna poco? Se un ora passata con i figli vale quanto un’ora in ufficio …) si delinea il profilo di un Paese che gode di questa ricchezza al prezzo di conseguenze non sempre desiderabili per i rapporti tra donne e uomini, per la creazione di capitale sociale, per il sistema educativo, per il mercato del lavoro e per la struttura del welfare state.
Il nesso tra questa ricchezza e le sue conseguenze è sorprendentemente vicino all’esperienza quotidiana di ciascuno di noi: possiamo contare su un sistema di produzione anomalo rispetto alle economie più avanzate, il cui cuore pulsante è la famiglia, formidabile unità produttiva ed erogatrice di servizi ma al tempo stesso piovra che tra le sue spire ingessa il paese in una immobilità sociale e in una mancanza di fiducia verso ciò che sta fuori delle mura di casa che frenano lo sviluppo.
In pagine documentatissime, ma agili e non prive di ironia, scopriamo così che agli italiani si impone una scelta: forse va tutto bene così, ma i costi non sono indifferenti. C’è allora spazio per qualche utile cambiamento ed in che direzione? Il libro risponde in modo originale, senza pregiudizi e lontano dai luoghi comuni.